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Alcuni spunti di riflessione sulla patologia mammaria e le procedure di diagnosi

La mammella rappresenta un organo importante per tutta la vita di una donna a partire della pubertà sia per le caratteristiche fisiologiche e sia per quelle estetiche.

Dal punto di vista fisiologico è noto quanto le mammelle svolgano un ruolo importante per l’allattamento e in qualche caso si possono presentare episodi di ingorgo mammario e/o di mastite evidenziabili con l’ecografia mammaria che permette al Ginecologo di arrivare alla soluzione con adeguate terapie mediche.

Parimenti l’aspetto estetico svolge una rilevante funzione nei nostri tempi e quindi il ricorrere alla chirurgia è diventata una scelta frequente, ma anche in caso di protesi è utile eseguire degli accertamenti, rappresentati da ecografia mammaria e mammografia.

Una prima valutazione può essere l’autopalpazione che rappresenta un momento di conoscenza della mammella e non di diagnosi, utile da farsi una volta al mese nei giorni successivi alla fine della fase mestruale nelle donne in età fertile e in un periodo indifferente in corso di gravidanza e in menopausa.

La percezione di qualcosa di diverso deve essere seguita da una visita dal proprio medico di famiglia e/o dal Ginecologo di fiducia che possono dare indicazioni ad un approfondimento clinico strumentale come una visita senologica, una ecografia mammaria, una mammografia per individuare la causa del mutamento.

L’importante è capire cosa provoca l’alterazione in quanto una diagnosi tempestiva può fornire una soluzione immediata nei casi di patologia benigna e maggiori opportunità di terapie nei casi di patologie tumorali.

Una variazione di alterazioni apprezzate in corrispondenza delle mammelle può dipendere nell’età fertile dalle influenze ormonali del ciclo ovarico che vanno dalla mastodinia (dolore alle mammelle) alla presenza di nodularità benigne, (possibili cisti o fibroadenomi), reperti che si possono riscontrare anche nel periodo premenopausale.

Non necessariamente le indagini clinico-strumentali si devono effettuare quando si presenta un sintomo, anzi è preferibile una valutazione continuativa delle mammelle che può partire dai 20-25 anni di età con la sola ecografia mammaria annuale e successivamente dopo i 37 anni con la combinazione di ecografia mammaria e mammografia anch’esse a cadenza annuale sino ai 50 anni, quando possono essere eseguite ogni 18/24 mesi.

Infine, un ultimo aspetto da considerare è la familiarità a patologie mammarie maligne, ossia le donne con parenti stretti affetti da tumori devono mantenere un attento e stretto monitoraggio clinico-strumentale.

Nell’ambito delle patologie mammarie non è escluso il sesso maschile che può presentare a sua volta un ingrossamento da una parte o bilateralmente e ciò può dipendere da alterazioni ormonali o da assunzione di alcuni tipi di farmaci e tali condizioni rientrano nella patologia benigna ben individuabile con una visita senologica ed una ecografia mammaria. Anche nell’uomo, anche se con una percentuale inferiore alla donna, possono presentarsi delle patologie maligne diagnosticabili con una mammografia oltre all’ecografia.

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